UNA STORIA DI FAMIGLIA
L'eccellenza grillo
Gorghi Tondi dedica al vitigno Grillo buona parte dei propri vigneti (quasi il 40%), situati in parte all’interno della Riserva Naturale WWF Lago Preola e Gorghi Tondi, e in parte affacciati sul mare, dove l’elevata escursione termica giorno-notte, l’azione “aerosol” della brezza marina e le mutevoli condizioni climatiche risultano favorevoli all’ottima qualità e alle innumerevoli declinazioni dei vini realizzati con questa varietà.
Freschezza, intensità aromatica, mineralità e sapidità, questi i segni distintivi del Grillo della Tenuta Gorghi Tondi, patrimonio di un territorio unico, magicamente esaltato da una sapienza produttiva antica e artigianale. Per Gorghi Tondi, il Grillo è il vitigno emblematico di un’intera produzione vitivinicola, molto versatile e in grado di dar vita a vini eleganti e poliedrici: dalla versione spumante in versione Brut del Palmarès, a quella ferma e ”fresca” del Coste a Preola Grillo, fino alla selezione della vigna più matura nel Kheiré, il nostro cru.
Da questa stessa varietà, inoltre, Gorghi Tondi produce due vini emblematici nel panorama enologico della regione: il Grillodoro, unico vino muffato siciliano, ottenuto da una vendemmia tardiva di uve surmature attaccate dalla Botrytis Cinerea, la cosiddetta muffa nobile, e il vino della tradizione, quell’antenato del vino marsala tanto caro alla tradizione contadina locale tramandato di generazione in generazione, Ziller 47, dedicato al padre fondatore di Gorghi Tondi, Michele Sala. Un vino bianco, non fortificato, in stile pre-britannico e affinato per oltre 10 anni in grandi botti di rovere leggermente scolme, frutto del vigneto più vecchio della tenuta.
Cinque interpretazioni diverse dello stesso, straordinario vitigno passe-partout per un’esperienza emozionante, carica di suggestioni che traducono nel calice i sapori e i profumi più intensi della Sicilia autentica. Il Grillo è quindi l’autoctono di Gorghi Tondi per antonomasia, tanto da poter essere considerato l’anima stessa della sua filosofia produttiva.
Un po’ di storia
Dopo anni di lunghe e appassionate ricerche, qualche anno fa gli esperti hanno finalmente trovato una risposta: il Grillo è un incrocio relativamente recente tra due varietà siciliane, il Cattarratto e lo Zibibbo.
Seme di Catarratto bianco fecondato artificialmente col Zibibbo nella fioritura del 1869 nel mio vigneto Piana dei Peri presso Favara; raccolto a 27 agosto dello stesso anno; seminato in vaso a 3 marzo 1870 e nato verso il 20 maggio.
Così, recita il diario del Barone Antonino Mendola, agronomo, ampelografo e produttore di vino marsala, nonché padre, a tutti gli effetti, della varietà Grillo, e che prosegue:
Nel 1871, osservando nel vaso 105 una piantolina ben distinguersi tra le molte sue consorelle per vigore e colore delle foglie, trassi una piccola mazza e la innestai nel febbraio 1872 sopra un robusto ceppo di Inzolia nera, onde affrettare la fruttificazione, e così ebbi il piacere di gustarne i primi grappoli nell’autunno 1874.
La storia del Grillo si intreccia, così, a doppio filo con quella del vino marsala, che il Barone tentava di rendere più aromatico. Un intento pienamente riuscito, a vantaggio della nuova varietà, che divenne uno dei vitigni preferiti per la produzione del celebre vino liquoroso siciliano, e lo rimase per buona parte del XX secolo.
Tuttavia, alla fine del ‘900, il declino del vino marsala comportò una drastica riduzione degli ettari vitati a Grillo. Oggi, grazie anche ad alcuni produttori illuminati, questo nobile vitigno ha ritrovato il consenso di critica e consumatori.